Mario Giacomelli

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Giacomelli lavorò per tutta la vita nella “Tipografia Marchigiana” e si dedicò alla fotografia soltanto nel tempo libero e tutti i giorni dopo cena, fotografando inizialmente i dintorni di Senigallia, dove visse, quindi stampando provini a contatto. Dal provino, con una lente, individuava il punto interessante e lo andava ad ingrandire poi stampava un 30×40 cm. Dopo il , ma soprattutto dopo che il MOMA di New York acquistò la serie Scanno, nel 1963, acquisì grande fama in Italia e all’estero.

Nelle sue foto, sempre in bianco e nero, di cui curò personalmente la stampa fino a portare a galla i segni che lo interessano, la realtà viene trasfigurata in idee e sensazioni superando il dibattito allora in corso nella fotografia italiana tra formalisti e neorealisti.

Il segno che ottenne nelle sue stampe è molto forte, i neri sono molto carichi, il forte contrasto porta a galla i grafismi, la grana è evidente. Le sue foto rappresentano un mondo ugualmente diviso tra amore e sofferenza sia che si tratti di paesaggi che di lavori a sfondo sociale.

(Matteo Romoli)

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