Oliviero Toscani nasce a Milano il 28 febbraio del 1948.
Figlio d’arte, suo padre, Fedele Toscani, è stato il primo fotoreporter del Corriere della Sera.
Sviluppa subito una passione per la fotografia. Dopo gli studi al liceo Vittorio Veneto di Milano, nel 1965 si diploma in fotografia e geografia extracontinentale alla Kunstgewerbeschule di
Zurigo, dove fu allievo di Serge Stauffer, specialista di Marcel Duchamp.
Il più famoso, premiato, creativo, ammirato e discusso fotografo del mondo. Ha ritratto star,
potenti e condannati a morte. Ha creato di tutto: immagini e factory, libri e programmi televisivi, strategie di prodotto e campagne sociali. Non ama particolarmente le mostre ma ha esposto nei più importanti musei e alla Biennale di Venezia.
Jesus Jeans 1976
Questa è la famosa campagna per la marca di jeans Jesus degli anni ’80
BENETTON
Dal 1982, quando inizia a curare le campagne pubblicitarie per il gruppo Benetton e per il marchio United Colors of Benetton, inizia ad essere conosciuto
al grande pubblico.
La sua macchina fotografica, infatti, caratterizzerà fino al 2000 il marchio stesso, con campagne pubblicitarie molto personali e spesso provocatorie.
La maggior parte delle foto realizzate per Benetton hanno uno scopo anti-razzista, come le seguenti:
United Colors of Benetton 1982
United Colors of Benetton 1994
United Colors of Benetton 1993
United Colors of Benetton 1983
Sempre per la Benetton ha realizzato foto senza un tema preciso ma solo provocatorie e di impatto, fu criticato ripetutamente per i metodi pubblicitari di shockvertising (pubblicità d’impatto), tanto che finora è stato citato in giudizio più di una volta.
United Colors of Benetton, 1992
United Colors of Benetton 1990
Oltre a queste ha realizzato anche una campagna contro la pena di morte immortalando dei condannati a morte statunitensi.
Campagna Condannati a Morte, Benetton 1999
Campagna Condannati a Morte, Benetton 1999
E’ stato molto criticato per questo e nel 2000 venne accusato dallo Stato del Missouri di falso fraudolento per aver ritratto con l’inganno dei condannati a morte. Secondo l’accusa, chiedendo il permesso di scattare le fotografie dei candidati alla sedia elettrica, l’artista non avrebbe specificato ai responsabili lo scopo per cui voleva ritrarli, cioè quello di realizzare una campagna pubblicitaria. Toscani si giustificò negando il fatto che si trattasse di vera pubblicità, tematizzando invece la problematica dei valori umani e della pena di morte. Benetton decise di scusarsi con i parenti dei condannati, finendo per tirare su di sé la disapprovazione di Toscani. Fu in seguito a questa campagna che la collaborazione Toscani/Benetton si interruppe: oltre a pesanti danni commerciali, l’azienda fu costretta a chiudere 400 punti vendita e l’azione legale da parte dello stato del Missouri la costrinse ad elargire a favore del Fondo per le vittime del crimine una donazione di 50.000 dollari.
Infine nel 2012 ha realizzato una campagna per l’ANIA dove tematizza la sicurezza nelle strade.
Pensaci, Campagna ANIA 2012
(Duccio Casali) (Rielaborazione da Wikipedia e fonti varie)