Robert Mapplethorpe

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Robert Mapplethorpe nasce nel Queens, il 4 novembre del 1946. Cresce a Long Island. Nel 1963 si iscrive al Pratt Institute di Brooklin al corso per pubblicitario.

Gli anni fra il 1963 e il 1969 saranno particolari per gli Stati Uniti: le rivolte studentesche, i movimenti di liberazione delle donne e degli omosessuali stanno cambiando la società. Robert inizia a consumare varie droghe, e continuerà a farlo per tutta la sua vita.

Nel 1967 conosce Patti Smith, appena arrivata a New York, e se ne innamora. I due condivideranno la stanza di un albergo per alcuni anni, prima come amanti, poi come semplici amici. Il rapporto intimo con Patti è uno dei più importanti per Robert, che la fotograferà spesso negli anni fra il 1970 e il1973.

Dal 1970 inizia a fotografare con una Polaroid. I lavori in polaroid saranno dimenticati negli anni del grande successo, per essere poi riscoperti dopo la sua morte.

C’è un punto,nella vita di Mapplethorpe, che segna definitivamente il suo interesse per la fotografia, lo riporta Patti Smith nel suo libro “Just Kids”: “Avere il permesso di sollevare la velina dalle fotografie, di toccarle, e farsi un’idea della carta e della mano dell’artista fece un’enorme impressione su Robert; studiò tutto con la massima attenzione – la carta, lo sviluppo, la composizione e l’intensità dei neri. “È tutta questione di luce,” disse.

Nel 1970 inizia la sua prima relazione omosessuale seria con David Crowland, un modello. Ma la svolta è nel 1972, quando diventa l’amante di Sam Wagstaff, il quale avrà un ruolo molto importante nel far conoscere il suo lavoro. Robert lascia l’appartamento che aveva condiviso con Patti Smith per andare a vivere con Sam.

Nel 1973 viene organizzata la sua prima mostra personale, “Polaroids”, presso la Light Gallery di New York.

Nel 1975 Sam Wagstaff regala a Robert la prima Hasselblad. E’ con quella nuova macchina fotografica che Robert produce le centinaia di capolavori che lo renderanno famoso: una serie di fotografie di nudi e sadomaso, innumerevoli ritratti di personaggi famosi, sculture e nature morte.

Robert Mapplethorpe muore di AIDS il 9 marzo 1989.

Il suo modo di fare fotografia è quello che maggiormente influenza le generazioni di fotografi dagli anni novanta in poi. La Fondazione Robert Mapplethorpe si occupa di gestire il suo patrimonio e di promuovere la fotografia e la lotta contro l’AIDS. Una delle mostre più importanti del fotografo fu “La perfezione nella Forma”, che si tenne nella Galleria dell’Accademia di Firenze nel 2009 e nella quale le sue opere furono accostate ai capolavori di Michelangelo.

Non ci sono parole migliori per ricordarlo di quelle che gli dedica la sua amica di sempre, Patti Smith: “Ci salutammo e lasciai la stanza. Qualcosa mi spinse a tornare indietro. Era scivolato in un sonno leggero. Restai a guardarlo. Così sereno, come un bambino vecchissimo. Aprì gli occhi e mi sorrise. “Sei già tornata?” Poi si ri addormentò. L’ultima immagine di lui fu come la prima. Un giovane che dormiva ammantato di luce, che riapriva gli occhi col sorriso di chi aveva riconosciuto colei che mai gli era stata sconosciuta”.

CARATTERISTICHE DELL’ARTISTA

La maggior parte delle sue foto sono state realizzate in studio.

I suoi temi più comuni furono ritratti di celebrità (tra cui Andy Warhol, Deborah Harry, Patti Smith e Amanda Lear), soggetti sadomaso (che ritraevano da vicino e senza filtri la sottocultura omosessuale di New York di cui Mapplethorpe stesso faceva parte), e studi di nudo maschile e femminile (come gli scatti alla culturista Lisa Lyon), soprattutto in pose classiche e statuarie. Le sue opere sono scioccanti, scomode, trasgressive, rompono ogni forma di tabù esistente. Tutto ciò che non dovrebbe essere detto o mostrato in quel preciso momento egli lo mostra.

– “La fotografia è un modo sbrigativo per fare una scultura.”

(Irene Poggerini) (Rielaborazione da fonti: Robert Mapplethorpe Fondation, Wikipedia)

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